Seeking Unicorns
ph Roberta Segata, courtesy Centrale Fies
ORIGINI
Dell’Unicorno non si sa nulla. Le sue radici si sono perse nel susseguirsi di generazioni d’esseri umani distratti.
Forse tutto è nato da un fraintendimento, dall’interpretazione sbagliata di manufatti coniati in India durante l’Età del Bronzo.
Qui appariva una sorta di bue, raffigurato di profilo, avente un solo corno.
Gli storici ritengono che, data l’iconografia bidimensionale dell’epoca, il secondo corno potesse essere semplicemente nascosto dal primo.
Eppure bastò lo scritto di Ctesia di Cnido, storico dell’antica Grecia, in cui si narrava di un incontro con questo animale durante un viaggio in India, per dare vita ad una creatura dalle fragili origini.
Cosa succede se nell’immaginario collettivo appare una figura dai tratti mitologici eppure orfana di un mito che ne motivi e descriva l’esistenza?
Nasce un simbolo. Fragile. Sradicato.
Perfetta vittima sacrificale per chiunque desideri riempirlo di significati.
Così l’Unicorno ha cambiato nei secoli forma (“bue con un solo corno”; “un misto tra un cavallo e un asino”; “un cavallo con la barba, gli zoccoli da capra e la coda leonina”…), padri (da creatura pagana a simbologia papale), significati (da magico guaritore a custode della castità e della purezza delle fanciulle a difensore dell’ideologia cattolica dall’invasione turca…) fino a diventare un’icona pop contemporanea.
L’Unicorno, creatura senza patria e senza storia, è stato usato e abusato dall’essere umano, privato del diritto di parola.
Ora io desidero risarcirlo dei torti subiti.
Regalargli una storia, un amore, una scelta.
DICHIARAZIONE D’INTENTI PER LA COSTRUZIONE DI UN UNICORNO
Io, Chiara Bersani, alta 98 cm, mi autoproclamo carne, muscoli e ossa dell’Unicorno.
Non conoscendo il suo cuore proverò a dargli il mio il respiro, miei gli occhi.
Di lui raccoglierò l’immagine, ne farò un costume destinato a diventare prima armatura poi pelle.
Nel dialogo tra la mia forma che agisce e la sua che veste, scopriremo i nostri movimenti, i baci, i saluti, gli sbadigli.
Io, Chiara Bersani, 32 anni, mi assumo la responsabilità di accogliere il suo smarrimento centenario.
Dichiaro di essere pronta a donare fiato alle domande universali che l’hanno attraversato:
“Perché esisto?”
“Da dove vengo?”
“Se domani mattina mi trovaste nel vostro giardino, cosa pensereste?”
“Sono buono o cattivo?”
“Credo in dio o sono io Dio?”
…e ancora…
“Dov’è il mio amore?”
“Chi l’ha ucciso?”
“Perché, ora che ho raggiunto il punto più umiliante della mia vecchiaia diventando solo un cavallo cornuto a cui escono arcobaleni dal sedere, non posso scegliere di morire?”
CORPO POLITICO
Da quando ho iniziato a lavorare, prima come performer e poi come autrice, ho sempre posto al centro della mia riflessione il corpo quale custode di una storia unica ed irripetibile.
Dopo un percorso attraverso immaginari biografici ed autobiografici, il concetto stesso di corpo ha iniziato a trasformarsi davanti al mio sguardo.
Non più semplice testimonianza di una storia vissuta ma entità politica, incoronata tale dall’incontro / scontro con la società.
Ho iniziato così a definire i contorni del concetto di corpo politico.
Il corpo risponde alla sua funzione sociale nel momento stesso in cui sceglie di immergersi nella società imponendo agli altri di essere visto.
Chi lo incontrerà non potrà esimersi dal dargli un significato, interpretarlo, creare attorno a lui aspettative.
Il corpo sceglie di rispondere al proprio dovere politico nel momento in cui accoglie i significati che gli vengono attribuiti, li analizza e li personalizza trasformandoli in un manifesto consapevole di se stesso.
“Non sei tu ad interpretarmi ma sarò io a mostrarti la strada per comprendermi.
Io accetto la responsabilità di disegnare l’immagine che il mondo avrà di me.”
Questa riflessione ha informato tutti i lavori di cui sono stata autrice dal 2012 ad oggi.
Declinato in modi differenti e su corpi differenti, il Corpo Politico è stato argomento di studio trasversale negli anni.
Ora, con Gentle Unicorn, è arrivato per me il momento di affrontarlo direttamente incarnandolo nella mia persona, sola, sulla scena.
SEEKING UNICORNS
versione per spazi non convenzionali
Seeking Unicorns è la versione del lavoro pensata per spazi non teatrali : spazi vuoti, pieni, silenti, affollati.
Spazi la cui luce e la cui storia chiedono di essere ascoltate e abitate.
Spazi in cui l’Unicorno prova a ritrovarsi in forma nuova, in cui spogliandosi dei propri abiti migliori rinuncia alle favole del teatro per iniziare un viaggio di occhi e respiri destinato ad essere diverso per ogni pubblico.
La ricerca di uno ambiente sonoro site specific ambisce alla creazione di una comunicazione tra gli spettatori e l’azione scenica acutizzando l’ascolto e i sensi, allenando lo sguardo.
L’unicorno è sempre in cerca dell’altro, è a caccia.
Sperimenta nuove forme d’amore, trova qualcosa, o forse no, e nell’attesa possono accadere piccole meraviglie che forse mutano completamente la sua ricerca, il suo “Seeking of… Seeking for…”.
NOTA: in questa versione l’artista chiede la collaborazione di suonatori di tromba (anche non professionisti) da trovare in loco.
CREDITS
Ideazione, Creazione e Azione Chiara Bersani
Musiche F De Isabella
Disegno Luci e Direttrice tecnica Valeria Foti
Tecnico in tour Paolo Tizianel
Consulenza Drammaturgica Luca Poncetta
Dramaturg Gaia Clotilde Chernetich
Coach Marta Ciappina
Mentoring Alessandro Sciarroni
Occhio Esterno Marco D’Agostin
Cura e Promozione Giulia Traversi
Comunicazione e ufficio Stampa Dalila D’Amico
Organizzatrice di Produzione Eleonora Cavallo
Consulenza Amministrativa Chiara Fava
Foto di copertina Roberta Segata courtesy Centrale Fies
produzione Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00#
co-produzione Santarcangelo Festival, CSC – Centro per la Scena Contemporanea (Bassano del Grappa)
creazione realizzata presso le residenze artistiche Centrale FIES (Dro, Trento), Graner (Barcellona), Carrozzerie | N.o.T. (Roma), Gender Bender Festival (Bologna), CapoTrave/Kilowatt (Sansepolcro).
Chiara Bersani è tra i 7 artisti sostenuti per il 2018 dal progetto ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino.