The Olympic Games
photo Alice Brazzit
“All I have is a voice
To undo the folded lie,
The romantic lie in the brain
Of the sensual man-in-the-street”
W. H. Auden, September 1 (1939)
Ogni Olimpiade, unità di misura temporale composta da 4 anni solari, si svolgono i Giochi olimpici, evento sportivo multidisciplinare che coinvolge i migliori atleti del mondo.
Nell’antica Grecia durante i Giochi era dichiarata la tregua olimpica (in greco ekecheirìa, “mani ferme”) ovvero l’interruzione di ogni conflitto interno, pubblico e privato, permettendo agli atleti e ai cittadini di godere indisturbati della manifestazione.
Durante la tregua tutte le tensioni, sublimate dalla loro interruzione, trovavano il proprio terreno di sfogo nelle competizioni sportive.
Che senso ha oggi questo apparato?
Queli sono le «forme» e le «regole» per le quali l’Europa ha ridefinito le proprie guerre intestine?
Quale significato assumerebbe la tregua olimpica?
Abbiamo cercato un contenitore che potesse farsi carico di queste domande, senza dover rispondere, ma generando un punto di vista.
Abbiamo quindi deciso di organizzare i nostri Giochi Olimpici. Uno spettacolo che assuma su di sé il paradosso del formato cui si ispira (una Cerimonia di Apertura, le Competizioni, una Cerimonia di Chiusura), e che ha come ambizione quella di accompagnare lo spettatore attraverso un viaggio in cui, da semplice osservatore, arrivi a provare il nostro senso di smarrimento riconoscendosi parte di uno stesso sistema ammaccato: questa stanca Europa.
STRUTTURA DEL PROGETTO
The Olympic Games é concepito in tre tappe:
- La prima prevede la messa in scena di una cerimonia di apertura, che abbia come scopo d’immergere lo spettatore in un’aspettativa di festa basata sul ritmo, la celebrazione e l’ufficialità.
Prevediamo quindi la partecipazione in scena di gruppi di giovani danzatori non professionisti per i quali saranno previsti dei laboratori pedagogici brevi e semplici.
- La seconda tappa consiste in una successione di competizioni durante le quali i danzatori in qualità d’atleti assumono il ruolo di combattenti.
La nostra idea non é né di creare una danza figurativa, né di sviluppare una ricerca sulla natura del gesto sportivo.
C’interessa invece rivelare la somiglianza stretta tra performer e spettatore.
- La terza tappa sarà la messa in scena di una cerimonia di chiusura.
Sarà affidata alla creazione sonora del compositore Hani Jazzar e all’opera dell’artista visivo Luca Poncetta, che lavorerà attorno all’idea di un malinconico spettacolo di fuochi d’artificio per interno.
photo Alice Brazzit
CREDITS
Concezione Chiara Bersani, Marco D’Agostin
con Chiara Bersani, Marta Ciappina, Marco D’Agostin, Matteo Ramponi, un corpo di ballo di danzatori amatori locali
Suono Pablo Esbert Lilienfeld
Inno olimpico Hani Jazzar
Co-idezione cerimonia di chiusura Luca Poncetta
Progettazione e realizzazione cerchi olimpici Paola Villani
Consulenza drammaturgica Igor Dobričić
Direzione tecnica Paolo Tizianel
Logistica Eleonora Cavallo
Cura e promozione Marco Villari
Promozione K3 Tanzplan Hamburg as part of the project TOGETHER APART.
Co-produzione the German Federal Cultural Foundation, CapoTrave/Kilowatt, VAN dance company, european project «BeSpectACTive»
Supported by CapoTrave/Kilowatt, Tanec Praha, Teatrul National Radu Stanca Sibiu, Bachelit Multi Art Centre, Domino Zagreb, York Theatre Royal, B-51 Ex Ponto Lubjana, Lift London.
Residenza creativa Centrale FIES art work space
con il supporto di Corsia Of – Centro di Creazione Contemporanea, Ateliersi
L’associazione culturale «Van» é supportata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.